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Tiziano in arte Noemi finale


di MissSerena
22.12.2024    |    1.814    |    2 8.7
"Avere i passaporti non fu semplice, fosse solo perché i nomi erano rimasti maschili, ma il resto era decisamente femminile, ma con una piccola mazzetta si..."
Colgo l'occasione per augurare a tutti gli iscritti a questo sito i migliori auguri di Buona Natale e felice anno nuovo, e ci rivediamo nel 2025.
Voglio anche ringraziare tutti quelli che hanno provato ad indovinare il finale di questa piccola serie, sperando che quello che ho scritto sia di loro gradimento.

Era passato poco più di un anno da quando ero scappata da mia zia, per fare la prostituta con le mie due amiche nonché socie, e gli affari non andavano affatto male per nessuna delle tre. Avevamo oramai consolidato il nostro giro di clienti che rappresentavamo più della metà dei guadagni, che venivano completati da quelli saltuari se non proprio visti solo una volta.
Con Heather e Giselle giocavamo tutte le settimane una schedina da pochi euro al Superenalotto, riuscendo qualche volta a fare un tre giusto per dire che s’era vinto qualcosa.
Un giorno però Giselle riuscì nella non facile impresa di sbagliare la giocata, così ci ritrovammo con due schedine perché non volevamo perdere quella coi nostri numeri.
Il risultato finale che con la nostra si fece uno squallido due, mentre quella sbagliata prese tutti e sei i numeri rendendoci milionarie.
Prima d’incassare la vincita non modificammo in alcun modo la nostra vita, ma si tolsero i clienti che davano meno soddisfazione, e quelli con le pretese più folli. Una volta distribuiti sui nostri conti correnti, e anche su quello comune vista la fiducia che c’era fra noi, i milioni della vincita, molto semplicemente si sparì dalla città, lasciando casa, clienti e la nostra vecchia vita.
La prima tappa fu in una clinica specializzata in chirurgia estetica, da dove tutte e tre uscimmo con uno splendido seno taglia terza abbondante che in fondo avevamo sempre sognato. Seguirono gli inevitabili ritocchi della depilazione totale col laser, sbiancamento anale e qualche ritocchino al viso ma senza alcuna esagerazione.
Alla fine, eravamo sì tre trans ma di rara bellezza, soprattutto Giselle sembrava una donna vera, mentre Heather aveva voluto mantenere una sua mascolinità, anche se davvero ben nascosta.
Quanto a me uscii il giorno seguente dal centro estetico, in versione Valentina di Crepax, anche perché ero magra come la mia eroina, a parte il seno che era molto più pronunciato. Giselle invece s’era fin troppo ispirata alla sua icona, cioè Gilda e anche se i capelli rossi le stavano bene, l’insieme dava un senso di esagerazione, a differenza di Heather che aveva scelto un taglio corto coi capelli tinti biondo cenere.

“E ora si va in vacanza !” urlò Giselle che da sempre aveva sognato i Caraibi.
Avere i passaporti non fu semplice, fosse solo perché i nomi erano rimasti maschili, ma il resto era decisamente femminile, ma con una piccola mazzetta si riuscì ad averli in pochi giorni, per poi imbarcarsi sull’aereo destinazione Santo Domingo, che ci avevano assicurato essere un’isola gay-friendly.
Effettivamente non ci fu alcun problema nell’hotel dove avevamo prenotato, anzi il personale maschile si dimostrò fin troppo interessato a noi tre, che però avevamo altri progetti in testa.
Giselle aveva trovato una sorta di agenzia che “affittava” bei ragazzi, la cui dote principale era però in mezzo alle gambe, a chiunque ne facesse richiesta, senza badare se fosse donna o uomo, o come nel nostro caso trans.
“Quindi vorresti pagare per farti scopare ?” domandò incredula Heather “Ma se non abbiamo fatto l’opposto per tutta la vita !”
“Lo so ma guarda un po’ queste foto, e poi dimmi se hai mai preso dei cazzi del genere.” le rispose Giselle mostrandole alcuni scatti sullo smartphone “E poi proprio perché ho fatto la puttana da tutta una vita, voglio provare ad esser io a pagare, e questi ne valgono la pena che ne dici Noemi ?”
“Che non hai tutti i torti, però dev'essere chiaro che mi devono lasciare senza la voglia di scopare per almeno una settimana.”
Iniziammo a guardare i profili dei ragazzi disponibili per le trans, e scegliere non fu affatto facile, dato che erano uno meglio dell’altro, e neanche a dirlo tutti dotatissimi.
Alla fine, la scelta di Giselle cadde su Bryan, uno con la faccia d’angelo ma il diavolo fra le gambe, piuttosto secco ma non troppo. Dopo di lui Heather prese Bob che volendo era il suo opposto, un pelatone mezzo palestrato, la cui caratteristica era quello di sollevare qualunque donna per poterla scopare in piedi. Ultimo ma non per questo una seconda scelta, per me c’era Tyson che del più famoso pugile non aveva nulla se non i capelli corti, e un numero impressionante di tatuaggi.
L’incontro fu fissato per la sera del giorno dopo, direttamente nella nostra suite che disponeva anche di una grossa vasca rotonda con idromassaggio, dove ci piaceva trascorrere i pomeriggi facendo progetti per il futuro.
Non volendo perder tempo in inutili preliminari, tutte e tre ci mettemmo dei microscopici bikini, tanto mini da coprire a malapena i nostri genitali per quanto fossero ridotti, e del tutto incapaci di contenere i seni nuovi.
Quando arrivarono i ragazzi le presentazioni furono ridotte al minimo, dopodiché entrammo tutti in piscina con loro sui bordi e noi al centro, che iniziammo subito a baciarci fra di noi, facendo volare via la parte superiore dei bikini.
Loro dimostrarono di gradire lo spettacolino applaudendo ogni volta che si scopriva un paio di tette, sino a quando non ci invitarono a raggiungerli, e a quel punto ognuna andò dal suo preferito, pur sapendo che ci sarebbe stato ben più di uno scambio di partner.
M’avvicinai a Tyson con un po’ di timidezza, se non altro perché non ero mai stato con chi faceva quello che era stato il mio lavoro sino a qualche settimana prima, ma lui mi tolse ogni imbarazzo infilandomi la lingua in bocca, e soprattutto le mani dentro il piccolo slip finendo dritta sul mio sedere.
Quel semplice bacio ebbe l’effetto di liberarmi di tutto il tempo passato a farmi umiliare da mia zia, e quello in cui ero stata costretta a prostituirmi per poter vivere, facendomi sentire una donna libera di poter essere sé stessa, senza più costrizioni di alcun genere.
M’avvinghiai a Tyson in modo quasi animalesco, fino ad infilargli io una mano dentro i pantaloncini e prendere possesso del suo membro, che tirai fuori subito dopo, rimanendo estasiata dalle sue dimensioni. Ero stata infatti con uomini ben dotati, ma nessuno aveva una mazza come quella, una vera proboscide che, anche se ancora floscia, prometteva di farmi toccare nuove ed inebrianti vette del piacere.
Senza più alcun pudore scivolai con la bocca lungo in suo corpo sino a raggiungere l’oggetto dei miei desideri, e una volta raggiunto lo leccai dai testicoli alla cappella più volte prima di farlo finire fra le labbra.
Non so se sia vero che le trans siano le più brave a fare i pompini perché sanno come far godere un cazzo, ma quel che è certo è che quei tre ragazzoni dovevano godere e non poco mentre ce li “lavoravamo” per fargli avere il massimo dell’erezione.
Senza dire nulla, e del resto il mio inglese era fin troppo arrugginito per servire a qualcosa, Tyson mi portò dentro la nostra suite, dove mi fece sistemare carponi sul bordo del letto, ma poi invece di prendermi come avrei voluto, iniziò a leccarmi il buchetto, penetrandomi a tratti con un solo dito.
Nessun uomo s’era mai preoccupato del mio ano, al limite qualcuno ci aveva sputato sopra prima di scoparmi, mentre in quello che faceva Tyson c’era non dico amore, ma certamente passione. Sentire la sua lingua intorno a ciò che mi ero appena rifatto, mi diede una serie di scosse di piacere che non provai neanche a nascondere tanto furono intense. Così se da un lato sarei rimasta a farmelo leccare per tutta la sera, dall’altra saliva dentro di me la voglia di provare la sua mazza, che non aspettava altro che entrare dentro di me.
Non sapendo cosa dire mi allargai le chiappe e lui comprese subito cosa volevo, così si sistemò con tutta calma in ginocchio dietro di me, per poi poggiare la cappella contro il mio ano. Cercai di rilassare ogni mio muscolo, tenendo però strette fra le mani le lenzuola, pur sapendo che era qualcosa d’inutile.
Mentre mi sodomizzava sentivo dirgli solo “Relax”, ma in realtà provavo solo un misto di dolore e piacere ad ogni sua piccola spinta, e relativa marcia indietro, sino a quando tutta quella bestia non fu nel mio sfintere. A quel punto mi sentii gonfiare pene e testicoli, che, per quanto di dimensioni ridotte non si erano mai atrofizzati, ed ebbi un orgasmo dopo l’altro, schizzando sperma in continuazione come se dovessi svuotarmi dopo anni d’astinenza.
Godevo così tanto da non riuscire a dire nulla di sensato, ma in compenso gemevo senza un attimo di sosta, sperando che quel momento non avesse mai fine. Tyson sembrava quasi non badare a quel che provavo, ma continuava a scoparmi con un ritmo apparentemente blando, ma facendo scorrere tutta la sua asta lasciando dentro solo la cappella quando arretrava, per poi affondare sino in fondo.
Lo stallone si fermò solo per lasciar campo al suo compare Bob, col quale la musica non cambiò affatto e con lei il mio piacere. L’unica reale differenza fu che il palestrato era ben più sudato, e quindi il suo odore era più forte, ma non per questo sgradevole, anzi aveva un qualcosa di maschio alfa che lo rendeva quasi piacevole.
Non compresi nulla di quello che mi disse, ma del resto volevo solo godere della sua nerchia e null’altro. La sua presa salda mi faceva sentire ancor di più la sua donna, anche se il mio piccolo pene tradiva la mia reale origine.
La musica cambio e di molto quando venne da me Bryan, che per iniziare mi fece sdraiare sulla schiena per poi scoparmi stando sopra di me. Se con gli altri due mi ero sentita donna, con lui divenni femmina senza se e senza ma. Feci passare mani e gambe dietro di lui quasi avessi paura che scappasse, ma senza stringerlo troppo a me, soprattutto in basso, per permettergli di fottermi come voleva.
Bryan alternava lunghe e lente penetrazioni, a furibondi assalti al mio buchetto, e così persi ogni cognizione di tempo e spazio, tanto che quel rapporto mi sembrò durasse da ore. Anche se ognuno parlava la sua lingua, era fin troppo chiaro che godevamo tutti e due, con lui che finì con una cavalcata che mi tolse il fiato, ed io che oramai non sapevo più quanti orgasmi avevo avuto.
Quando s’inginocchiò per venirmi sopra la pancia, lo spinsi sul letto e senza perdere un attimo mi misi carponi fra le sue gambe, ma soprattutto gli presi il pene in bocca. Lui venne quasi subito, inondando il mio palato col suo dolce seme, che sembrava non finire mai tanto era copioso.
Solo a quel punto cercai con lo sguardo le mie amiche, per scoprire che Heather si stava rilassando con Bob, mentre Giselle stava facendo venire Tyson come avevo fatto poco prima io con Bryan.
Alla fine, ci ritrovammo tutte e tre in piedi a scambiarci baci, e con quelli il sapore del piacere dell’uomo che avevamo fotto godere.
Tyson disse a Giselle che dovevano andare via, così li vedemmo rivestirsi per poi uscire dalla nostra suite, un po’ dispiaciute perché era finita la serata.
“Ho il culo in fiamme, ma non ho mai goduto tanto.” disse Heather con la sua solita schiettezza.
“Lo stesso vale anche per me.” le risposi toccandomi le chiappe “E poi avevo il cazzo che sembrava un idrante per quanto ho sborrato.”
“Ho capito, ne prenoto altri tre per dopodomani, così almeno ci togliamo la voglia per un po’, però questa volta per tutta la notte; quindi, si scopa finché non li sfiniamo ok ?”
propose Giselle ben sapendo la nostra risposta.
“E c’è bisogno di chiederlo ?”

Passammo così le due settimane di vacanze a farci scopare da quasi tutti i ragazzi di quell’agenzia, chiamandone sei per l’ultima sera dando così vita a un’orgia come non ne avevamo mai fatte, e uscendone rotte in tutti i sensi.
Poi ognuna prese la sua strada.
Giselle si trasferì in Florida dove divenne una nota influencer nel campo della moda.
Heather finì la transizione e divenne una donna in tutto e per tutto; quindi, aprì un centro estetico a Barcellona, dove trovò anche un uomo che alla fine la portò all’altare.
Quanto a me mi trasferii dall’albergo in un piccolo appartamento dove vivo tutt’ora, e dove non mancano mai gli uomini che vogliono fare sesso con me.
Ma solo se sono ben dotati altrimenti rimangono fuori dalla porta.

FINE
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